• NOTA
    Tutte le citazioni qui riportate sono tratte da Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte, Dall'Oglio, Milano 1965.



    A distanza d'anni, quando ci si ripensa, si vorrebbe poterle riafferrare, le parole che hanno detto certe persone, e anche per persone stesse per poter domandar loro quel ciò che hanno voluto dirci. Ma se ne sono andate!

    Ah! com'è bella la giovinezza.

    Anche i ricordi hanno la loro giovinezza… Vanno a male appena li lasci ammuffire in disgustosi fantasmi colanti d'egoismo, di vanità e di menzogne… Marciscono come le mele.

    Anche quelli che la fanno, che la stan facendo, non l'immaginano la guerra.

    Aver fiducia negli uomini è già farsi uccidere un po'.

    Bisogna diffidare molto del cuore.

    Bisognerà morire.

    Che bella cosa le città sconosciute! È il momento e il luogo in cui si può supporre che le persone che s'incontrano siano tutte gentili. È il momento del sogno.

    Ci s'inganna forse sempre quando si tratta di giudicare il cuore degli altri.

    Conoscevo solo dei poveri, ossia gente la cui morte non interessa nessuno.

    Dalla prigione di esce vivi, dalla guerra no.

    Della morale dell’umanità me ne frego io, enormemente, come tutti d'altronde.

    È degli uomini, di essi soltanto che bisogna aver paura, sempre.

    È più difficile rinunciare all'amore che alla vita.

    Eppure non sarebbe stupido se ci fosse qualcosa per distinguere i buoni dai cattivi.

    È questa la vita, un po' di luce che finisce nella notte.

    È spaventosa la quantità di cose e di persone che non si muovono più nel nostro passato.

    Esistono due tipi di umanità molto differenti, quella dei ricchi e quella dei poveri.

    Esistono tante date che contano in mezzo a tanti mesi in cui ci si sarebbe strafregati di vivere.

    Esser solo è allenarsi alla morte.

    Esser vecchio vuol dire non trovare più una parte ardente da impersonificare, è cadere in quello stupido riposo in cui si aspetta più soltanto la morte.

    Essere innamorati è nulla: è restare insieme che è difficile.

    Filosofare non è che un modo d'aver paura e porta solo a vili simulacri.

    Finché bisogna amare, qualcosa, si rischia meno con i bambini che con gli uomini; si ha almeno la scusa di sperare che saranno meno carogne di noi più tardi. Non si sa mai.

    Gli uomini ci tengono ai loro brutti ricordi, a tutte le loro disgrazie e non c'è verso di farli uscire di là.

    Godere e spassarsela anzitutto. È la mia idea.

    I dialoghi d'amore, anche i più banali, sono sempre un po' strani quando si conoscono le persone.

    I poveri non han mai vissuto bene.

    Incredibile come è difficile immaginarsi quel che può rendere una persona più o meno simpatica agli altri.

    Incredibile come le persone a cui ci si vuol chiedere un favore possono disgustarvi.

    Io non credo all'avvenire.

    L'amore è come l'alcol: più s'è impotenti e briachi, e più ci si crede forti e astuti e sicuri dei proprî diritti.

    L'amore è l'infinito messo alla portata dei cani.

    L'età ha la sua importanza per le idee.

    La bellezza è come l'alcol o le comodità: ci si abitua, non ci si fa più attenzione.

    La giovinezza forse è soltanto questo: slancio ad invecchiare.

    La pigrizia è quasi forte come la vita.

    La tristezza del mondo prende gli esseri come può, ma per prenderli ci riesce quasi sempre.

    La vera giovinezza, la sola, è d'amare tutti senza distinzione, questo solo è vero, questo solo è giovane e nuovo.

    La vera sconfitta in tutto è di dimenticare.

    La verità di questo mondo è la morte.

    La verità non è commestibile.

    Le persone si vendicano dei favori che loro fate.

    Mai o quasi si domandano il perché, i piccoli, di quel che sopportano. Si odiano tra di loro, e basta.

    Nell'uomo il bene e il male si equilibrano, egoismo da una parte, altruismo dall'altra... Nei soggetti eccezionali, più altruismo che egoismo.

    Nella fatica e nella solitudine il divino esce dagli uomini.

    Non c'è da farsi illusioni: le persone non hanno nulla da dirsi, si parlano soltanto delle loro pene, ognuno le sue, inteso. Ognuno per sé, la terra per tutti. Cercano di scaricarsi della loro pena, l'uno sull'altro, nel momento dell'amore, ma non ci si riesce, e hanno un bel fare, la conservano tutta intera la loro pena, e ricominciano e cercano ancora una volta di collocarla altrove.

    Non c'è un uomo che anzitutto non sia vanitoso.

    Non credete mai di primo acchito alla infelicità degli uomini. Domandate loro soltanto se possono ancora dormire… Se sì, tutto va bene. Questo basta.

    Non esiste una vanità intelligente. È un istinto. E non c'è uomo che anzitutto non sia vanitoso.

    Non s'è mai troppo malcontenti quando un adulto se ne va, è sempre una carogna di meno sulla terra, si dice; mentre per un bambino è meno sicuro. C'è sempre l'avvenire.

    Non si condivide la morte di nessuno.

    Non si ha mai troppo tempo, è vero: giusto giusto per pensare a sé.

    Non si rifà la propria vita.

    Non si sa che farne del proprio cuore, lo si dà volentieri.

    Nulla è più grande della convinzione esagerata!

    Occorre anche averci cuore e istruzione per andar più lontani degli altri.

    Occorre saper giudicare.

    Ognuno piange a modo suo il tempo che passa.

    Perché un'idea possa fare un giro nel cervello d'un coglione, occorre che gli capitino molte cose e molto crudeli.

    Questo mondo non è altro, Ve l'assicuro, che un'impresa per fregare il prossimo!

    Rifiuto la guerra e tutto ciò che c'è dentro… Io non l'ammetto la guerra, io non mi rassegno… Non piango su me stesso… La rifiuto nettamente, con tutti gli uomini che contiene, non voglio aver nulla a che fare con loro, né con essa. Anche se fossero novecentonovantacinque milioni e io solo, sono loro che hanno torto, sono io che ho ragione.

    S'ha un bel dire e pretendere; il mondo ci lascia molto prima che noi ce n'andiamo per davvero.

    Si diventa rapidamente vecchi e in modo irrimediabile per di più. Ci se ne accorge dal modo che si ha di amare la propria infelicità nostro malgrado. È che la natura è più forte di noi, ecco.

    Si finisce per l'accontentarsi di poco, del pochissimo che la vita ci lascia come consolazione.

    Si ha l'abitudine di dire di più di quanto si sente.

    Si perde gran parte della propria giovinezza a furia di balordaggini.

    Sinché bisogna amare qualcosa, si rischia meno con i bambini che con gli uomini, si ha almeno la scusa di sperare che saranno meno carogne noi più tardi.

    Sono facilmente contenti i giovani, d'altronde gioiscono come vogliono, questo è vero!

    Sono spesso difficili da determinare i sentimenti che provengono dalla gelosia.

    Tutta la terra serve solo a questo, cioè a farci ritrovare tutti.

    Tutti i pensieri conducono alla morte.

    Tutto ciò ch'è interessante succede nell'ombra, certamente. Non si sa nulla della vera storia degli uomini.

    Tutto è permesso nell'intimo.

    Tutto è questione di abitudine.

    Tutto diventa piacevole quando si ha per scopo soltanto di starsene insieme, ché allora ci si sente liberi. Si dimentica la vita, ossia le cose del denaro.

    Tutto sommato, perché non ci potrebbe essere nella bruttezza tanta arte quanto nella bellezza?