• NOTA
    Tutte le citazioni qui riportate sono tratte da William Hazlitt, Il piacere dell'odio, Fazi Editore, Roma 2004.



    Certi uomini rinunceranno più facilmente a un amico che a una battuta, perché l’impulso a dire una cosa arguta è stimolato, anziché represso, dal timore di offendere e dall’imprudenza o dalla slealtà dell’osservazione. La malizia riveste spesso i panni della franchezza. Troviamo una serie di persone che si gloriano d’essere gente che parla chiaro, vale a dire che ti spiattella in faccia ogni sorta di cose sgradevoli, tanto per ferire i tuoi sentimenti e alleviare i propri: e la chiamano onestà.

    Che strano essere è l'uomo!

    Chi tormenta se stesso non è mai soddisfatto, qualunque cosa accada. Teme sempre il peggio, e non smette mai di prefigurarsi il pericolo imminente. Nella buona sorte – che gli sottrae l’argomento preferito per affliggersi e lagnarsi – si sente a disagio. Potrà avere successo finché vuole in ogni questione ragionevole o importante; ma se c’è anche una sola cosa (e saprà certo trovarla) che non riesce ad ottenere, questa gli renderà amaro tutto il resto. Conosco un esempio: io stesso, forse.

    Ci stanchiamo di tutto, fuorché di ridicolizzare gli altri e di felicitare noi stessi per i loro difetti.

    Ciò che non commuove o non tocca nel vivo i sentimenti, viene considerato relativamente poco o nulla.

    Consideriamo sempre come i nostri migliori amici coloro che ci stimano o manifestano parzialità nei nostri confronti. Anzi, questo sentimento è così forte che lo estendiamo persino a chi simula amicizia, agli adulatori e ai parassiti. Il nostro amor proprio, più del nostro stesso interesse, è la chiave dei nostri affetti.

    Dopo aver fatto il giro d'Europa, e aver visto i panorami più belli del mondo, siamo felici di tornare finalmente al nostro luogo nativo e al nostro focolare.

    Dovremmo badare ai fatti nostri, coltivare le nostre buone qualità, se ne abbiamo, e irritarci di meno riguardo alle assurdità delle altre persone – a cui non possiamo, come non lo possono loro stesse, porvi rimedio.

    È proprio questo il modello dell'amico ideale: un altro sé.

    Gli uomini agiscono spinti dalla passione, e possiamo giudicare la passione soltanto per affinità.

    I prudenti (e i saggi sono prudenti) non fanno che aggiungere il proprio caloroso applauso alle acclamazioni della folla, non sapendo come costringerla al silenzio né contestarla.

    Il giudizio è raramente sbagliato se i sentimenti sono giusti; e in generale lo saranno purché affettuosi e sinceri.

    L'amore e l'amicizia si sciolgono nel loro stesso fuoco. Odiamo i vecchi amici, i vecchi libri, le vecchie opinioni; finché arriviamo a odiare noi stessi. Ho notato come pochi di coloro che sapevo legati da una profonda amicizia perseverano nello stesso rapporto di allora, o uniscono alla costanza il calore dell'affetto. Conoscevo due o tre gruppi di inseparabili compagni che si vedevano sei giorni alla settimana: hanno troncato ogni relazione e si sono dispersi. Ho litigato con quasi tutti i miei amici di un tempo – diranno forse che è colpa del mio brutto carattere – ma hanno finito col litigare anche tra di loro.

    L’amore si trasforma, con un po' di pazienza, in indifferenza o disgusto: l’odio soltanto è immortale.

    L'uomo è – per così dire – una ripetizione infinita e infinitamente varia: e se sappiamo ciò che un solo uomo sente, conosciamo anche ciò che provano a migliaia nell'intimità del loro essere.

    L'unico modo di riconciliarsi coi vecchi amici è quello di separarsene definitivamente. A distanza ci potrà accadere di rituffarci (in un sogno ad occhi aperti) nei vecchi tempi e nei sentimenti di allora.

    L'uomo fatuo, pieno di sé, non guarisce mai dalla propria vanità, ma sino all'ultimo cerca l'ammirazione, con occhio inquieto e supplichevole, tra l'insolenza e il dispetto. L'uomo modesto non sarà mai reso vano dall'adulazione o da un elogio inaspettato, poiché considera se stesso in proporzione alla grandezza altrui.

    La gente non ama affatto il filosofo, perché non appare – diciamo – come loro; e lo rispettano ancora meno.

    La passione, per farla breve, è l'essenza, l'ingrediente principale della verità morale.

    La vera amicizia è un amor proprio di seconda mano.

    Le due cose che s'incontrano più di rado sono il buonsenso e la bontà.

    Le vecchie amicizie, come le pietanze servite troppe volte, sono fredde, poco invitanti e sgradevoli. Lo stomaco gli si rivolta contro. La continuità del rapporto e la familiarità generano stanchezza e disprezzo; oppure, se ci si incontra di nuovo dopo un periodo di assenza, non si appare più gli stessi.

    Mi irrita in modo intollerabile vedere i bambini uccidere mosche per divertimento: perché il principio che vi soggiace è lo stesso che li condurrà ai più deliberati e depravati atti di crudeltà che potranno esercitare più tardi sul loro prossimo.

    Nessuno cambia mai carattere, dacché ha compiuto due anni; anzi, oserei dire, dalle prime due ore di vita. Possiamo, in virtù di cultura e opportunità, correggere i nostri modi o al contrario peggiorarli (…), ma il carattere – l'interna, originaria inclinazione – resta sempre uguale, fedele a se stesso sino alla fine.

    Non bisogna fidarsi delle apparenze, ci viene detto; ma la massima non è d'aiuto, poiché gli uomini si lasciano facilmente incantare da queste. La vita, è stato detto, "è l'arte di farsi ingannare bene2 [in realtà l'autore del motto è lo stesso Hazlitt, ndr]; e, di conseguenza, l'ipocrisia sembra essere il più grande affare dell’umanità.

    Non do molta importanza a ciò che si dice di me, soprattutto alle mie spalle.

    Non esiste linguaggio o descrizione in grado di eguagliare perfettamente l'autenticità e la forza del reale: tutto ciò che possiamo fare è lasciarci guidare, nelle nostre descrizioni e conclusioni, dalla realtà.

    Non giudichiamo gli uomini da ciò che fanno, ma da ciò che sono.

    Non sempre coloro che realizzarono le cose più grandi furono gli uomini più grandi.

    Ogni uomo rappresenta un microcosmo. Ciò che lui è, sono gli altri – qualunque cosa formi le sue gioie e i suoi dolori, è uguale per gli altri – né più né meno.

    Per essere considerato saggio, il più delle volte è soltanto necessario sembrarlo.

    Si può forse cambiare l'indole di un uomo a forza di discussioni e di ragionamenti? Sarebbe come voler guarire una letargia, o una febbre, discutendo e ragionando.

    Spesso ci sentiamo a disagio di fronte a qualcosa, senza saperne dire il motivo; oppre lo attribuiamo a una falsa causa.

    Un eccesso di modestia non è altro, in realtà, che un eccesso di orgoglio: più dannoso per il singolo, e meno vantaggioso per la società, della vanità più volgare e impudica.

    Un tempo ero solito pensare meglio del mondo. Credevo che la sua colpa principale, il suo peccato originario, fossero l'ignoranza barbara e la povertà, a cui la diffusione della civiltà e delle lettere avrebbe posto rimedio. Ma scopro (o così mi figuro) che, se l'egoismo è il vizio delle epoche delle nazioni incolte, l'invidia è la rovina di quelle più raffinate e intellettuali. La vanità sbocca sulla tomba del sordido egoismo. Un tempo gli uomini erano pronti a tagliarsi la gola l'un l'altro per i più volgari mezzi di sussistenza; ora sono pronti a farlo in nome della reputazione. La cosa peggiore è che non saremo più felici, sia fallendo sia avendo successo. Se non superate gli altri sarete disprezzati; se lo farete, vi odieranno. Le ingiurie o le lodi hanno lo stesso effetto di allontanare gli amici da noi. Non possiamo tollerare la superiorità nel nostro campo di attività o ricerca; e la consideriamo un'impertinenza in qualsiasi altro. Invece di compiacerci per le prove di eccellenza e l'ammirazione che suscitano, ne siamo umiliati.

    Un uomo interamente buono, un vero amico, sarà contento della nostra buona sorte, quanto pronto a cogliere ogni occasione per confortare la nostra sofferenza.

    Una mente debole in un corpo sano è preferibile, o perlomeno più vantaggiosa, di una mente sana in una conformazione debole e instabile.