• Ave Maria è un momento di folklore e di religiosità. Cantato con il tastierista Mark Harris è, come si legge in copertina, un canto tradizionale sardo rielaborato da un adattamento di Albino Puddu. Vi è applicato un arrangiamento di rock lento che assume toni quasi solenni nel terzo e quarto verso di ogni strofa per poi ritornare bruscamente all'interludio di pianoforte e batteria che introduce e conclude il brano.
    [Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, p. 125]


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    Unico caso di omonimia totale fra due brani nell'intero canzoniere deandreano, questa preghiera va a far ricadere l'attenzione attorno al popolo sardo: Faber riprende un pezzo della tradizione isolana in lingua sarda ispirato alla preghiera cristiana e lo riadatta a un gusto e a un valore di forte attualità: fatto sentire ad alcuni sardi "per capire - narra De André - se non ci fossimo troppo allontanati dallo spirito generale di questo canto religioso, la risposta è stata di entusiasmo verso la rielaborazione". Nella canzone canta Mark Harris, tastierista e coarrangiatore dell'album dopo una lunga intro strumentale, trasformando l'originale in una performance di folk-rock assai duro, tutto all'opposto della suadente ballata della precedente Ave Maria. De André è ai cori e alla seconda voce, mentre l'adattamento è di Albinu Buddu che riprende la secentesca laude Deus ti salver Maria, scritta probabilmente dal padre gesuita Innocenzo Innocenti.
    [Guido Michelone, Fabrizio De André. La storia dietro ogni canzone, p. 31]


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    "Questo è il mio porto, il mio punto d'arrivo. Qui voglio vivere, diventare vecchio". Per il genovese De André la Sardegna rappresenta il luogo dell'anima anche se il suo desiderio si avvera per metà. In Gallura mette radici, ma vecchio non diventerà mai, muore prima di arrivare a sessant'anni. Riesce perfino a perdonare i carcerieri del sequesto, promuove e difende la dignità dell'Isola e si iscrive a "Sardinna e Libertate", che riunisce i gruppi indipendentisti sarli. "Questa è una popolazione molto sana", dice, "perché ha rispetto per i vecchi e i bambini e per il suo passato". Così va a riscoprire una laude devozionale introdotta dai Gesuiti in Sardegna. Diventa l'Ave Maria sarda e, per renderla più comprensibile e popolare per i locali, il poeta settecentesco Bonaventura Licheri la traduce in sardo come Deus ti savet, Maria. Per una sorta di deferenza mistica, Fabrizio lascia l'interpretazione all'arrangiatore Mark Harris che, da americano del New England sposato con una donna di Oristano, compie il "miracolo" di cantare in sardo stretto, con voce solenne e quai gridata nell'invocazione, mentre De André lo segue con il suo controcanto di bassi impossibili: "Deus, Deus di salve Maria / chi, chi ses de grazia piena / de grazia es sa ivena / ei sa currente" ("Dio, Dio ti salvi Maria / che, che sei piena di grazia / di grazia sei la vena / e la corrente"). Un passaggio spirituale in versione new age, con profumi di mirto e di incenso che si avvertono distintamente.
    [Federico Pistone, Tutto De André. Il racconto di 131 canzoni, pp. 161-162]