• [omissis]

    E veniamo a Tommaso, per il quale
    (non è una pura e semplice opinione)
    il criterio metodico essenziale
    fu quello di una netta distinzione
    tra quel che dice la filosofia
    e quel ch'è proprio della teologia.

    Egli, su questa base, con coerenza
    respinse l'integrale riduzione
    di ogni umano sapere all'onniscienza
    teologica, perché nella ragione
    (forse aveva bevuto troppo vino)
    vedeva una scintilla del divino.

    Ma un dominio dall'altro va tenuto
    nettamente distinto, perché niente
    è più pericoloso e più cocciuto
    della filosofia ove essa intende
    arrogarsi pretese teologali
    o, al contrario, che oggetti naturali

    sian disputati dalla teologia.
    Codesta distinzione, all'apparenza
    chiara e lucida e senza nostalgia,
    non indica però un'indifferenza
    totale tra la fede e la ragione,
    che da un solo principio hanno cagione.

    [omissis]

    Ricordate che qui stiamo parlando
    di un sistema che vien considerato
    tra i più complessi ed ardui, fin da quando
    lo stupore dell'uomo si è provato
    a superar sé stesso dando norme
    plausibili al variare delle forme.

    E a parte che (come Heidegger ci dice)
    lo stupore non è solo all'inizio
    della filosofia, bensì si addice
    ad essa sempre, come un dolce vizio,
    il sistema tomista è così vasto
    che non si può sfiorarne qualche tasto

    senza attivar simpateticamente
    altre note ed accordi, senza insomma
    considerar contemporaneamente
    gli addendi come serie di una somma.
    Questo comporta, accanto a quello fisico,
    un discorso a livello metafisico.

    Per Tommaso l'essenza di una cosa
    (detta natura o quidditas) racchiude
    in sé che cosa (quid ) è quella cosa;
    nell'esistenza invece si dischiude
    l'attualità concreta dell'essenza,
    la quale rappresenta la potenza

    di un essere laddove l'esistenza
    di tal potenza è l'atto. Ma sappiate
    che nelle cose create l'essenza
    e l'esistenza sono separate.
    Allora, si dirà, come succede
    che esiste al mondo quello che si vede?

    [omissis]

    Ho sfiorato qua e là, senza pretese
    di completezza, solo qualche aspetto
    del sistema tomistico, che intese
    - e in parte realizzò, ponendo a effetto -
    fondere insieme la filosofia
    di Aristotele con la teologia.

    Potrei, volendo, ancora riferire
    di altre nozioni intorno alla politica
    e alla gnoseologia, ma per capire
    non serve una rassegna monolitica
    della dottrina espressa da Tommaso.
    Lascio perciò qualcosa di inevaso.