• Edmondo De Amicis nacque a Oneglia, in Liguria, nel 1846.
    All'età di due anni si trasferì con la famiglia in Piemonte, dapprima a Cuneo, dove studiò alle scuole primarie, e poi a Torino, dove frequentò il collegio Candellero. Qui preparò gli esami di ammissione all'Accademia militare di Modena, che frequentò fino all'estate del 1865, licenziandosi con il grado di sottotenente.
    Nel 1866, durante la terza guerra d'indipendenza, partecipò alla battaglia di Custoza, assistendo alla sconfitta italiana.
    Inviato a Firenze come collaboratore della rivista "L'Italia militare", conquistò una buona fama come giornalista.
    Nel 1871 lasciò l'esercito e si trasferì a Torino.
    Nel 1886, presso la casa editrice milanese Treves, pubblicò il romanzo Cuore (1886), che ottenne un immediato successo e divenne uno dei testi più letti della letteratura italiana per l'infanzia. Il libro narra le vicende di un intero anno scolastico (1881-82) viste da Enrico Bottini, un alunno della terza classe elementare della sezione municipale "Baretti" di Torino. Ha una struttura diaristica ed è suddiviso in dieci capitoli corrispondenti ai dieci mesi di scuola. All'interno di tale struttura si inseriscono: le lettere inviate a Enrico dai suoi parenti (padre, madre, sorella), contenenti messaggi moralistici, come l'invito al rispetto dei genitori; i racconti "mensili", che il maestro Perboni legge e fa copiare come esercitazione agli alunni, dedicati a bambini delle diverse regioni italiane e di argomento patetico-familiare (Dagli Appennini alle Ande, Sangue romagnolo, Lo scrivano fiorentino) o patriottico (La piccola vedetta lombarda, Il tamburino sardo). Il romanzo ebbe subito grande successo, tanto che in pochi mesi si superarono quaranta diversi tipi di edizioni e decine di traduzioni in lingue straniere.
    Fra le altre opere ossiamo ricordare Il romanzo di un maestro (1890), Fra scuola e casa (1892), La maestrina degli operai (1895), La carrozza di tutti (1899) e il saggio linguistico L'idioma gentile (1905), in cui sostenne le scelte manzoniane.
    Gli ultimi anni furono rattristati sia dalla morte della madre Teresa, alla quale era molto legato, sia dai continui screzi con la moglie Teresa Boassi, che aveva sposato nel 1875. Si scatenavano spesso tra i due delle accese liti, che contribuirono probabilmente al suicidio del figlio maggiore Furio, che nel novembre 1898 su sparò un colpo di pistola presso una panchina del parco del Valentino. L'altro figlio, Ugo, divenne avvocato e fu anche un modesto romanziere.
    De Amicis morì a Bordighera nel 1908.