• Assolutamente da poco è colui per il quale esistono molte ragionevoli causa per abbandonare la vita.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Bisogna curare i mali presenti con il grato ricordo dei beni passati, e con la coscienza che non è possibile far sì che non sia ciò che è avvenuto.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Bisogna esser convinti che il lungo e il breve discorso tendono allo stesso scopo.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Chi dice che tutto avviene per necessità non ha niente da rimproverare a chi nega che tutto avviene per necessità: anche questo infatti deve riconoscere che avviene per necessità.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Chi è dimentico del bene passato è già vecchio oggi.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Da un punto di vista generale il diritto è uguale per tutti, poiché rappresenta l'utile nei rapporti reciproci, ma dal punto di vista delle particolarità dei vari luoghi e della varietà dei princìpi causali da cui si origina segue che una medesima cosa non è per tutti giusta.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali ma non necessari, altri poi né naturali né necessari, ma nascono da vana opinione.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Dei desideri quanti, se non soddisfatti, non conducono al dolore, non sono necessari, ma è facile dissipare lo stimolo quando appaiono rivolti a cose difficili a ottenersi o tali da procurare danno.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Di tutti quei beni che la saggezza procura per la completa felicità della vita il più grande è l'acquisto dell'amicizia.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Facilmente disprezzabile è ogni dolore: quello che ha forte la pena ha breve la durata, quello che dura nel corpo ha blanda la pena.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Fra gli uomini, per lo più, l'inattività è torpore, l'attività follia.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Il giusto è tranquillissimo, l'ingiusto è pieno della più grande inquietudine.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Il più grande frutto del bastare a se stessi è la libertà.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Il più terribile dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c'è la morte, e quando c'è la morte noi non siamo più. Non è nulla dunque, né per i vivi né per i morti: perché per quelli non c'è, questo non sono più.
    Lettera a Meneceo, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    L'uomo bennato si dedica all'amicizia e alla filosofia: dei quali quello è un bene mortale, questo immortale.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    L'uomo sereno procura serenità a sé e agli altri.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    La necessità è un male, ma non c'è nessuna necessità di vivere nella necessità.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    La povertà commisurata al bene secondo natura è ricchezza; la ricchezza senza una misura è grande povertà.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    La ricchezza secondo natura ha dei limiti ben precisi e beni facilmente procacciabili, ma quella secondo le vane opinioni non ha alcun limite.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    La venerazione del saggio è gran bene per chi lo venera.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Le cattive abitudini, come uomini malvagi che ci hanno nuociuto per molto tempo scacciamole completamente da noi.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Meditare bisogna su ciò che procura la felicità, poiché invero se essa c'è abbiamo tutto, se essa non c'è facciamo tutto per possederla.
    Lettera a Meneceo, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Meglio essere saggiamente sfortunati che stoltamente fortunati: perché è preferibile che nelle nostre azioni saggio consiglio non sia premiato dalla fortuna, piuttosto che stolto consiglio sia da essa coronato.
    Lettera a Meneceo, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Nelle altre occupazioni a mala pena, una volta compiute, giunge il frutto; nella filosofia invece la gioia s'accompagna al conoscere: non infatti dopo l'apprendere il piacere, ma insieme l'apprendere e il piacere.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Nessun piacere è di per sé un male, ma i mezzi che procurano certi piaceri portano molti più turbamenti che gioie.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Nessuno si deve invidiare: i buoni non lo meritano, i cattivi quanto più hanno fortuna tanto più danneggiano se stessi.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Niente basta a colui per il quale è poco ciò che basta.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Non abbiamo tanto bisogno dell'aiuto degli amici, quanto della fiducia nel loro aiuto.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Non è in niente simile a un mortale uno uomo che viva fra beni immortali.
    Lettera a Meneceo, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Non è la giustizia un qualcosa che esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci e sempre a seconda dei luoghi dove si stringe un accordo di non recare né di ricevere danno.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Non fare nulla nella tua vita che possa procurarti paura nel caso che sia conosciuto dal prossimo.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Non il giovane è felice, ma il vecchio che ha vissuto una vita bella: perché il giovane nel fiore dell'età è mutevole ludibrio della sorte; il vecchio invece giunse alla vecchiezza, come a tranquillo porto, e di tutti i beni che prima aveva con dubbio sperato ora ha sicuro possesso nella tranquilla gioia del ricordo.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Non si deve sciupare ciò che si ha col desiderio di ciò che non si ha, ma bisogna considerare che anche questo che si ha ora faceva parte dei desideri.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Non vi può essere vita felice senza che essa sia saggia e bella e giusta, né saggia e bella e giusta senza che sia felice.
    Lettera a Meneceo, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Nulla è per noi la morte: perché ciò che è dissolto è insensibile, e ciò che è insensibile non è niente per noi.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Ogni amicizia è di per se stessa desiderabile, pure trae origine dalla utilità.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Ognuno lascia la vita come se l'avesse cominciata allora.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Partecipiamo alle sventure degli amici non con lamentazioni da funerale, ma dandoci da fare.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Per ognuno dei desideri va posta questa domanda: che cosa mi accadrà se si compie ciò che vuole il desiderio, e che cosa se non si compie?
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Poca importanza ha la fortuna per il sapiente, poiché le cose più grandi e importanti le ha già preordinate la ragione, e per tutto l'intero corso della vita le preordina e le preordinerà.
    Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967.

    Si nasce una volta, due volte non è concesso, ed è necessario non essere più in eterno; tu, pur non essendo padrone del tuo domani, procrastini la gioia, ma la vita trascorre in questo indugio e ciascuno di noi muore senza aver mai goduto della pace.
    Gnomologio vaticano, in Opere, Einaudi, Torino 1967.