• NOTA
    Tutte le citazioni qui riportate sono tratte da Eraclito, I frammenti e le testimonianze, Fondazione Lorenzo Valla / Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1980.



    A tutti gli uomini è dato conoscere sé stessi e non andare oltre il limite.

    Armonia invisibile della visibile è migliore.

    Comune a tutti è pensare.

    Gli occhi sono testimoni più sicuri degli orecchi.

    Gli uomini attende dopo la morte quello che non si aspettano né immaginano.

    Ho indagato me stesso.

    I porci godono del fango più che dell'acqua chiara.

    Il conflitto è padre di tutte le cose e di tutte è re: e gli uni fece dei, gli altri uomini: gli uni servi, gli altri liberi.

    Il mare è l'acqua più pura e la più contaminata: i pesci la bevono e li tiene in vita, agli uomini è imbevibile e dà la morte.

    Il più di quello che fanno gli dei, gli uomini non lo conoscono per la loro incredulità.

    Il tempo è un bimbo che gioca, con le tessere di una scacchiera: di un bimbo è il regno.

    Immortali mortali, mortali immortali: viventi la morte di quelli, morenti la vita di questi.

    L'ignoranza è meglio tenerla nascosta.

    L'uomo ha nome d'infante al cospetto del dio come il bimbo al cospetto dell'uomo.

    La natura ama nascondesrsi.

    La più bella delle scimmie è brutta al confronto dell'uomo e l'uomo più sapiente avrà sembianza di scimmia al confronto del dio.

    La stessa cosa sono il vivo e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi mutando trapassano in quelli e quelli ritornano a questi.

    Lo stolido stupisce ad ogni parola.

    Massima virtù è aver senno, e sapienza è dire il vero e operarlo da uomo che conosce e che segue la natura delle cose.

    Nel circolo principio e fine fanno uno.

    Nello stesso fiume entriamo e non entriamo, siamo e non siamo.

    Non a me ma dando ascolto al Discorso (Logos), è saggio dire con esso che tutte le cose sono una.

    Non bisogna operare e parlare come dormendo.

    Non è un bene per gli uomini che le cose vadano sempre come essi vogliono.

    Per i desti il mondo è uno e comune, ma quando prendono sonno si volgono ciascuno al proprio.

    Per la divinità tutte le cose sono belle e buone e giuste: gli uomini alcune le considerano giuste, altre ingiuste.

    Questo cosmo né alcuno degli dei lo fece né alcuno degli uomini, ma fu sempre ed è e sarà fuoco di eterna vita, che si accende con misura e si spegne con misura.

    Se la felicità fosse nei piaceri del corpo, dovremmo dire felici i bovi quando trovano le vecce da mangiare.

    Se non spera non troverà l'insperato: non v'è ricerca che vi conduca né via.

    Trastulli di bimbi sono le credenze degli uomini.

    Uno solo è per diecimila se ottimo.