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          I ragazzi drogati, guardie del corpo 
          dell'Assoluto, vanno per il mondo 
          mattutino fino alla sera della loro 
          sopravvivenza: come passerotti 
      5  mangiano distrattamente 
          tutti presi dai loro sogni d'avventura. 
    
          E la sciagura che li coglie per strada 
          e li fulmina pienamente stecchiti 
          li lascia preda delle iene umane 
    10  che scrivono i loro necrologi sui giornali. 
    
          Le loro dita sono piene di anelli, 
          la loro grazia bugiarda di mentire 
          sa che io non ho bisogno di droghe. 
    
          E mi guardano come un povero reietto, 
    15  un infelice, ma troppo non m'offendo. 
          So che vanno per le vie del mondo 
          con in bocca il sapore della polvere 
          e del tossico: 
          strepito vano è il loro baloccarsi 
          bambino, orgoglio luciferino 
    20  di chi si consuma, strugge come cera, 
          ma anche così la mia voce smorta 
          li vorrà sempre al mio capezzale.
    
    
    [Da Invettive e licenze, Garzanti, Milano 1971, p. 87]