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          Forse mi prende malinconia a letto
          se ripenso alla mia vita tempesta e di
          mattina alzandomi s'involano i vani
          sogni e davanti alla zuppa di latte
      5  annego i miei casi disperati.
    
          Gli orli senza miele della tazza
          screpolata ai quali mi attacco a bere
          e nella gola scivola piano il mio
          dolore che s'abbandona alle
    10  immagini di ieri, quando tu c'eri.
    
          Che peccato questa solitudine, questo
          scrivere versi ascoltando il peccatore
          cuore sempre nella stessa stanza
    
          con due grandi finestre, un tavolo
    15  e un lettino di scapolo in miseria.
          E se l'orecchio poso al rumore solo
          delle scale battute dal rimorso
          sento la tua discesa corrosa
          dalla speranza.
    
    
    [Da Invettive e licenze, Garzanti, Milano 1971, p. 13]