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          Dall'altipiano scendevano
          sazi i segatori di legna
          e la luna era una paresi scalza
          sui loro pensieri di stalle
      5  violati bei racconti di streghe.
          Dicevano sempre di amare qualcuno
          di non poter stare senza
          la carne la fica la taverna
          dove il muto s'aggrappa al bicchiere
    10  e sussurra con gli occhi il martirio della speranza.
          Noi non parlavamo. Avevamo
          invece un malcelato segreto
          -non che fosse amore- solo un'offerta
          di cuore che poi trascurammo
    15  per paura del lampione o del greto.
          Ricordo infatti malamente
          la nostra prima notte di caccia
          il terrore del tuono e la lepre
    20  e le fughe dal bosco stivale
          e le tue primavere.
          E le tue primavere a venire
          quelle che corri e che sogni
          quelle che io non vedrò senz'inganni
    25  (il bracconiere e l'altipiano
          si conoscono da anni).
          Riconoscono il declivio
          il ginepro passo a passo la lama del coltello
          respirano muschio e non hanno timore
    30  per il giorno del mercato
          (eppure il nostro è inconsueto).
          Non c'è più il tempo d'invecchiare
          voglio venirti incontro
          voglio venirti dentro
    35  e insieme a te sanguinare. 
    
    
    [Da Il ballo della fanciulla in fiamme, Guardamagna Editore, 1986]