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          Per questo tempo da tradurre in canto
          qui all'Angiporto dov'è caduto il vento 
          che se fosse pioggia piangerei con lei 
          e se trovassi la tua strada mi ci perderei. 
      5  Se fossi falco alla Lanterna io volerei 
          ad ali spiegate sopra i tetti di ardesia 
          fino a posarmi intorno al tuo camino 
          come la bianca nuvola del tuo piumino. 
          Se fossi talpa distinguerei 
    10  dal profondo di ogni Inferno i passi tuoi 
          che leggeri come dita al pianoforte 
          intrecciano un arpeggio in fondo alla mia notte. 
          Se fossi il dio dei monti a te mi inchinerei 
          e ad ogni tuo sorriso un fiore coglierei. 
    15  Se fossi il dio del mare mi solleverei 
          file di perle alle onde cucirei 
          dello stesso colore dei tuoi occhi 
          per tuffarli in un oceano di cristalli e specchi. 
          Se fossi il dio del mare 
    20  per guarirti la stanchezza 
          cullerei col mio respiro 
          il pieno della tua bellezza. 
          E invece vengo a te come un fantasma ballerino 
          dal labirinto dei Carruggi ad accostare il tuo cammino 
    25  vengo in ottobre a prenderti per mano 
          per portarti via con me verso il sogno più lontano. 
          Vengo in ottobre e sempre ogni altro mese 
          a portarmi via con te un sogno genovese. 
          E se il destino gioca carte indecifrate 
    30  fra le pieghe del visibile mescolate 
          all'incrocio più improbabile mi ritroverai 
          e in un tempo silenzioso mi incontrerai... 
    
    
    [Lirica inedita, ottobre 2013]