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          Sì,
          non posso scordare dei fradici muri
          l'odore che punge il confine
          fra occhi naso e cervello
    
      5  È muffa d'intonaco scollato 
          quel grigio arenino lievitato
          che pare un rincorrersi d'onde
          il piccolo mare verticale
    
          E non riescono ad evaporare
    10  le lingue di calce a scaglie
          come fa il formaggio sudato
          quando c'è maccaia...
    
          Maledetta maccaia
          sposa di ruggine e aceto
    15  speziata di lacrime
          fin dentro ai turgidi nodi delle reti a ciànciolo!
    
          Sotto la neve di acini di sale
          dorme stupita la bocca innescata di palamita
          vicino ai fusi rossi di livide acciughe
    20  sotto il peso delle ciappe d'ardesia
    
          Su di un vecchio pestacarne ora
          saltella uno sguardo secco di sole
          per franare l'attrito di ferro contro un arnese da stiro
          come un vecchio cargo in agonia nella secca
    
    25  A strati incrociati o anche di costa 
          decapitati e mai pancia a pancia
          i giunchi d'acciuga saranno qui a mungere
          la linfa sanguigna di salamoia 
    
          Non devi aver fretta allora
    30  di rimuover presto la spremitura
          e sulla pietra di mare
          poserai carne rosa novella.
    
    
    [Lirica inedita, aprile 2011]