• 
    
    QUADRO 1°: PROLOGO. LA BELLEZZA DELL'UNICORNO
    
          È grande l'Animale e pur vivace
          e splende di gran luce il suo mantello;
          ben poche volte posa e poco giace,
          divino e puro e immensamente bello.
    
      5  Il pelo è liscio, è argento rilucente,
          gli zoccoli son d'oro cesellato,
          lunga criniera al vento risplendente:
          l'ottava Meraviglia del Creato.
    
          I crini de la coda, al lieve vento
    10  o al soffio di mistrale teso e forte
          dispandon melodia - ben strano evento -
          che allieta pur chi ha triste e grama sorte.
    
          Lo sguardo mite e dolce e delicato
          illanguidisce e dona tenerezza;
    16  regala al core pace e strana ebbrezza
          e rende l'uomo calmo e più pacato.
    
          Di gran vivacità sempre è dotato
          sì che mai posa, mai può riposare;
          ecco il mistero tutto disvelato:
    20  è l'idrargirio che fa 'l cor pulsare.
    
          Argento vivo scorre ne le vene
          veloce e ratto sì come 'l pensiero
          che non s'han corde e pur non s'han catene
          che possan diventarlo prigioniero.
    
    25  E infine e non postremo, strano fatto:
          risplende anch'esso d'oro rilucente
          un corno bello assai - par manufatto -
          sul fronte, accanto al crine rifluente.
    
          È un corno liscio e lungo e levigato
    30  che presso gli occhi, su la fronte nasce.
          È un corno misterioso e pur fatato
          sì che guarisce chi veleno pasce.
    
          Quel corno, panacea di tutti i mali,
          medica e sana e torna a render vita
    35  a quei che, sfortunati, l'han smarrita,
          ciò che non può né antidoto né sali.
    
          Da sempre l'ingordigia di ricchezza
          dell'uomo privo di virtù e d'amore,
          dell'uomo ch'ha perduto ogni saggezza,
    40  preda vuol far del corpo e de l'umore.
    
          Ricchezza immensa donerebbe a iosa
          sì che farebbe un uomo tanto forte
          e - cosa strana, cosa misteriosa -
          a lui si schiuderebber mille porte.
    
                                  ***
    
    QUADRO 2°: L'INGORDIGIA DELL'UOMO
    
          Ai margini del bosco sta il villaggio,
          sull'alta rupe sorge, pietra bianca;
          di cacciatori è sede, è romitaggio,
          di cacciatori a cui l'anima manca.
    
      5  L'unica meta, l'unico pensiero
          di gente senza amore e senza fede,
          dall'animo malvagio e tristo e nero
          è trarre in schiavitù mitiche prede.
    
          Son anni ormai che quel pensiero orrendo
    10  percorre membra e cuore e pur la mente
          di quell'orrenda torma, quella gente,
          dall'animo volgar, gretto e tremendo.
    
          La piccola fanciulla - bianca pelle -
          cresce vivace, tenera, sincera.
    15 Ha gli occhi scintillanti come stelle;
          è onesta, pura, seducente, vera.
    
          La fanciullina cresce, anzi è già pronta
          per far da esca a quell'impura caccia.
          E s'avvicina già l'ora dell'onta,
    20  l'ora tremenda ormai di già s'affaccia.
    
          La povera fanciulla ancora è ignara
          che sarà lei la vergine più pura
          che servirà per quella caccia amara,
          per quella caccia orribile ed impura.
    
    25  Pronto è 'l recinto, fitto e di gran legno,
          ma a trarre l'Animale nell'inganno
          non v'è nessun tranello adatto, degno...
          e incorra, a chi lo pensa, gran malanno.
    
          La notte è buia e nera e senza luna,
    23  tutta silenzio e pace è la campagna
          e già fresca rugiada tutto bagna;
          brilla ogni stella in ciel d'amaro ognuna;
    
          Al centro del recinto è la fanciulla.
          Attende - ignara - che si compia il fato
    35  e ancor con i pensieri si trastulla
          sul suo giaciglio lindo e profumato.
    
          Dispande da le membra un buon odore:
          profumo di beltà - purezza estrema -
          che rende voluttà e gran languore
    40  sì che a chi è maschio e mente e core trema.
    
          Soave un vento tiepido ed arcano
          risona di tristezza e melodia.
          Incede dolcemente, adagio, piano,
          l'ignaro Re nell'ora amara e ria.
    
    45  Lento procede verso la fanciulla
          che di già dorme e sogna dolcemente
          e sul giaciglio morbido la culla
          tiepido il vento ancor soavemente.
    
          Lento a la donna - incauto - s'avvicina,
    50  dal grande amor ricolmo, l'Animale;
          poi s'inginocchia e 'l capo suo reclina
          e in grembo a lei ristà ignorando 'l male.
    
                                  ***
    
    QUADRO 3°: LA CATTURA. EPILOGO
    
          La notte è ancora buia e silenziosa
          e in giro non s'avverte anima alcuna;
          quell'aria è dolcemente deliziosa
          e già d'oriente leva la gran luna.
    
      5  All'improvviso, orrendo, un gran romore
          riscuote l'aere e colma di paura
          e dona al bianco Re, alla donna pura,
          immensamente vero, aspro terrore.
    
          Scattan le corde e chiudono 'l recinto
    10  in cui ristan la donna e l'Animale
          giunto colà dal grande amor sospinto
          senza temere alcun minimo male.
    
          Il sangue ha già di ghiaccio la Creatura
          che lega gli arti, il core, il sentimento;
    15  dispera ancor la dolce donna pura
          nell'ora grave dell'amaro evento.
    
          La vergine dispera e s'addolora
          d'essere lei la causa di sventura,
          d'essere sana e d'esser la più pura,
    20  d'aver sonato lei l'ultima ora.
    
          Al grande Re, all'Amico, d'improvviso
          lei va vicino ed offre una carezza;
          lo bacia e lo conforta il suo bel viso,
          lo sfiora con amore e tenerezza.
    
    25  Schiude le bianche cosce la fanciulla,
          pone più presso al corno 'l suo bel fiore
          e poi con gioia e pur con gran dolore
          sopra quel corno lievemente culla.
    
          L'aureo corno colma interamente
    30  le carni della donna ancor tremanti;
          lei lo rinserra in sé teneramente
          tal quale sanno far trepidi amanti.
    
          Sol per amor rinuncia al bianco fiore,
          più non è pura ormai, non più madonna.
    35  Sospinta dalla forza dell'amore
          dell'Animale ormai è già la donna.
    
          La risplendente luna ormai troneggia
          nel cielo tutto pinto di chiarore.
          Quell'alto gesto intriso sol d'amore
    40  vale assai più d'ogni castello e reggia.
    
          Alto, divino e bello è l'Animale.
          Su la sua groppa sale la fanciulla;
          nessuno ormai potrà più far del male
          e ancora assai su quella groppa culla.
    
    45  Spicca un gran balzo allora l'Unicorno
          e corre al vento libero e felice.
          Risplende ancor, riluce il suo bel corno
          e ancora vagherà dovunque lice.
    
    
    * La presente silloge, sul tema "Unicorno: bellezza e simbolo", ha partecipato al Concorso Nazionale di Poeia "Emilio Gay" [26 07 2006]

    [Lirica di proprietà dell'autore]