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          Gli specchi si somigliano
          gli uni agli altri, ma una geografia ne è la protagonista:
          il potere. La sua metamorfosi indaga nei vetri e tagliati
          questo freddo dove sanguina poiché, sebbene la bellezza sia,
      5  così essa filtra… Le sue strutture sono spazi, movimento
          di conchiglie chiuse; al largo ascoltano le persone
          le campane e la sabbia, ma cantare non è facile, e chi si uccide
          lo sa. Noi che torniamo tutti i giorni su questi
          marciapiedi, deportati… Pensiamo a fucilare
    10  gli occhi nel cielo. Sono buio.
          I loro delitti la luna?
    
          Sparano, crediamo siano le pietre.
          Tagliano la gola, crediamo piova.
          I fili spinati hanno il coraggio di splendere: sono le nostre macchine
    15  questi frammenti, uccelli bianchi gettati su come sognano gli uomini!
          La mia testa è una radice per i generali, segretari delle nazioni.
          I delegati hanno sedotto la sua acqua, ma non dove si aprono
          i laghi. Sarà per l'aria aperta?
          Allora nuove trincee recintano: noi le crediamo ideologie.
    20  Ma spazi approntiamo: essi la chiamano utopia. 
    
    
    [Lirica inedita]