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          Autunno1. Già lo sentimmo2 venire
          nel vento d'agosto,
          nelle pioggie di settembre
          torrenziali e piangenti3
    5    e un brivido4 percorse la terra
          che ora5, nuda e triste,
          accoglie un sole smarrito6.
          Ora passa e declina7,
          in quest'autunno che incede
    10  con lentezza indicibile8,
          il miglior tempo9 della nostra vita
          e lungamente ci dice addio.
    
    
    [Giorni in piena, 1934]

    METRO
    Dodici versi di lunghezza variabile, tra cui tre endecasillabi posti in apertura e chiusura (vv. 1, 11, 12) e poi senari, settenari e ottonari. Non vi sono rime ma numerosi sono i richiami fonici. La sintassi mediamente involuta e l'uso di vocaboli lunghi ("torrenziali", v. 4; "indicibile", v. 10; "lungamente", v. 12) generano un marcato effetto di lentezza che caratterizza il ritmo del componimento.

    COMMENTO
    Vincenzo Cardarelli viene spesso ricordato nelle storie letterarie come promotore della cosiddetta "restaurazione rondista". In contrasto col periodo dello sperimentalismo espressivo tipico dei primi anni del Novecento (si pensi ad esempio ai futuristi), un gruppo di intellettuali raccolti intorno alla rivista letteraria "La Ronda" (1919-23) predicava il ritorno alle forme letterarie classiche, ispirandosi specialmente alla prosa di Leopardi. I rondisti davano infatti più importanza alla prosa che alla lirica. Ma anche per la poesia di Cardarelli si può parlare di classicismo, benché con elementi di modernità.
    In questa lirica, pubblicata in rivista nel 1931 e poi inclusa nella raccolta Giorni in piena (1934), il poeta utilizza uno stile preciso e misurato, che apparentemente non dà spazio all'espressione di emozioni personali. L'autunno, presentito nei fenomeni atmosferici estivi (il vento e le piogge), è immagine della fugacità della giovinezza, che sopravvive solo nel lungo "addio" della nostalgia. Il tema della giovinezza fuggevole, topos di tutta la letteratura fin dalla classicità greco-romana, è filtrato attraverso richiami leopardiani.
    Come nota Pier Vincenzo Mengaldo, lo scorrere del tempo è un motivo fondamentale nella poesia di Cardarelli: lo stile lucido e raziocinante della sua poesia può essere visto come un'arma di difesa che il poeta oppone alla transitorietà e alla vanità della vita. Dietro uno stile asciutto e distaccato si percepisce però una tragicità tutta moderna: altri critici hanno parlato infatti di "segreto e disperato pathos" (Martignoni) e di "disperato classicismo" (Solmi).
    La poesia può essere suddivisa in due parti: la prima di sette versi e la seconda di cinque, che segnano due diversi momenti della lirica. Il paesaggio autunnale descritto nella prima parte è personificato (le piogge sono piangenti, la terra rabbrividisce, il sole è smarrito, ecc.). Nella seconda parte l'avanzare lento delle stagioni è metafora dell'avanzare delle varie età della vita del poeta (parallelismo tra le stagioni e le epoche della vita umana).

    NOTE
    1 autunno: quello che potrebbe sembrare un vocativo, per la collocazione iniziale, è in realtà un'espressione estremamente sintetica che indica la presenza dell'autunno. Benché priva di un segnale temporale esplicito, si riferisce al presente, in contrapposizione col passato su cui si apre la frase immediatamente successiva. Si tratta di una parola-chiave per l'intero componimento.
    2 sentimmo: l'uso della prima persona plurale conferisce solennità e universalità all'argomentazione: la riflessione non vale solo per il poeta ma, in generale, per tutti gli uomini.
    3 torrenziali e piangenti: la coppia di aggettivi associa un termine concreto ("torrenziali") ad uno traslato ("piangenti"), che contribuisce all'umanizzazione della natura autunnale.
    4 brivido: trasmette una sensazione di freddo.
    5 ora: in autunno.
    6 un sole smarrito: tramette il senso di una luce meno intensa e dai cui raggi emana meno calore.
    7 declina: termine che induce l'immagine del tramontare della stagione ma anche dell'uomo verso il periodo della piena maturità.
    8 lentezza indicibile... lungamente: c'è la sensazione di un rallentato trascorrere del tempo ed anche il bisogno di indugiare prima che si realizzi il passaggio definitivo alla stagione invernale, simbolo del declino della vita nella morte.
    9 il miglior tempo... vita: richiamo esplicito a due poesie di Leopardi: gli uccelli che vagano nel cielo "festeggiando il loro tempo migliore" de Il passero solitario (v. 11) e il poeta che ricorda di aver dedicato la giovinezza agli studi (A Silvia, vv. 17-18: "il tempo mio primo | e di me si spendea la miglior parte").