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          Non sempre il tempo la beltà cancella
          e la sfioran le lacrime e gli affanni:
          mia madre ha sessant'anni,
          e più la guardo e più mi sembra bella.
    
    5    Non ha un accenno, un guardo, un riso, un atto
          che non mi tocchi dolcemente il core;
          ah, se fossi pittore,
          farei tutta la vita il suo ritratto!
    
          Vorrei ritrarla quando china il viso
    10  perch'io le baci la sua treccia bianca,
          o quando, inferma e stanca,
          nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
    
          Pur, se fosse il mio priego in cielo accolto,
          non chiederei di Raffael da Urbino
    15  il pennello divino
          per coronar di gloria il suo bel volto:
    
          vorrei poter cangiar vita con vita,
          darle tutto il vigor degli anni miei,
          veder me vecchio, e lei
    20  dal sacrificio mio ringiovanita. 
    
    
    [In Poesie alla madre, a cura di L. Santucci, Mursia 1967]