• Anna Achmatova (pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko), nacque a Odessa nel 1889.
    Fece parte dell'acmeismo, un movimento poetico (fondato nel 1912 e capeggiato dal suo primo marito, Nikolaj Gumilëv) caratterizzato da una volontà di reazione al simbolismo imperante nell'arte contemporanea, in nome di un ritorno alla poesia "realistica". L'esperienza acmeista si concluse con la morte stessa di Gumilev, nel 1921.
    I primi due volumi di liriche della Achmatova - Sera (1912) e Rosario (1914) - risentono appunto dell'influsso dell'acmeismo. Ma la sua originalità si rivelò nel taglio discorsivo e intimistico del suo poetare: brevi descrizioni psicologiche, spesso imperniate sugli aspetti dimessi e quotidiani dell'amore.
    Dopo la pubblicazione di Lo stormo bianco (1917) e Anno Domini MCMXXI, in cui compaiono spunti di poesia civile e religiosa, la Achmatova serbò un lungo silenzio, interrotto nel 1940 da due raccolte: Il salice e Da sei libri, e più tardi da Liriche scelte (1943).
    Nel 1946, accusata di estetismo e disimpegno politico, venne espulsa dall'Unione degli scrittori sovietici e fu "riabilitata" nel 1955, in clima di disgelo.
    La sua ultima opera di rilievo, Poema senza eroe, rappresenta un coraggioso tentativo di conciliare l'intimismo delle liriche giovanili con una più ampia visione della realtà e della storia, cantate con accenti di maestosa drammaticità.
    Morì a Mosca nel 1966.