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          Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
    
          Scrivere, ad esempio: «La notte è stellata,
          e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza».
    
          Il vento della notte gira nel cielo e canta.
    
      5  Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
          Io l'amai, e a volte anche lei mi amò.
    
          Nelle notti come questa la tenni tra le mie braccia.
          La baciai tante volte sotto il cielo infinito.
    
          Lei mi amò, a volte anche io l'amavo.
    10  Come non amare i suoi grandi occhi fissi?
    
          Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
          Pensare che non ce l'ho. Dolermi d'averla perduta.
    
          Udire la notte immensa, più immensa senza lei.
          E il verso cade sull'anima come sull'erba la rugiada.
    
    15  Che importa che il mio amore non potesse conservarla?
          La notte è stellata e lei non è con me.
    
          È tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza.
    
          La mia anima non si accontenta di averla perduta.
    
          Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
    20  Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
    
          La stessa notte che fa biancheggiare gli stessi alberi.
          Noi, quelli di allora, non siamo più gli stessi.
    
          Più non l'amo, è certo, ma quanto l'amai!
          La mia voce cercava il vento per toccare il suo udito.
    
    25  D'altro. Sarà d'altro. Come prima dei miei baci.
          La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
    
          Più non l'amo, certo, ma forse l'amo.
          L'amore è così breve, ed è sì lungo l'oblio.
    
          Perché in notti come questa la tenni tra le mie braccia
    30  La mia anima non si rassegna di averla perduta.
    
          Benché questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa
          e questi siano gli ultimi versi che io le scrivo.
    
    
    [Venti poesie d'amore e una canzone disperata., Passigli, Firenze 1999]

    METRO
    32 versi distribuiti a coppie e quattro versi singoli.

    COMMENTO
    In questa poesia, la penultima della raccolta Venti poesie d’amore e una canzone disperata, pubblicata nel 1924, Neruda racconta la propria solitudine e la nostalgia provata per un amore perduto.
    Dopo l'esordio, ripreso in altri due versi successivi (vv. 5 e 10), il poeta descrive una notte stellata ed esprime appunto, malinconicamente, la fine di un rapporto d'amore. Racconta il suo rimpianto narrando dettagliatamente il triste ricordo di una notte, in cui baciò ed amò tante volte la donna, guardandola fissamente negli occhi.
    Poi il poeta confessa che tutto è cambiato. Ma ciò non significa che egli si rassegn: la cerca nel vento per sfiorarle l'orecchio; il suo cuore la cerca, anche se ha capito che la sua amata presto sarà di qualcun altro.
    Emblematico, potremmo dire riassuntivo di tutto il testo è il verso: "L'amore è così breve, ed è sì lungo l'oblio". Nel senso che l'amore, con la felicità che esso apporta, dura pochissimo rispetto al dolore che causa in sèguito la sua assenza.